Veduta in Appiombo: cosa significa?
Osservare il panorama da una finestra o dal balcone può rappresentare un’esigenza quotidiana o semplicemente un momento di evasione. Queste necessità, spesso date per scontate, fanno parte di un insieme complesso di diritti e doveri che regolano i rapporti tra condomini e vicini.
Secondo la legge, la visuale di un condomino che si affaccia da una finestra deve essere garantita e protetta da normative specifiche. Si parla di “diritto di veduta”, volto a tutelare la sicurezza e l’igiene pubblica. Questo diritto include anche la cosiddetta “veduta in appiombo”, che merita un approfondimento.
Quando si applica il diritto di veduta?
Il Codice civile disciplina il diritto di veduta, garantendo ai proprietari la possibilità di osservare l’esterno tramite finestre, balconi o aperture. Tuttavia, l’esercizio di questo diritto è soggetto a precise condizioni:
– Rispetto di una distanza minima di tre metri dalla proprietà adiacente, stabilita per tutelare la privacy dei vicini e mantenere un equilibrio tra i rapporti di vicinato.
– Assenza di costruzioni o ostacoli che impediscano l’esercizio del diritto di veduta.
Cos’è la veduta in appiombo?
La veduta in appiombo è un aspetto specifico del diritto di veduta che consente di affacciarsi dal proprio immobile e guardare verso il basso, in modo verticale. Questa possibilità include la visuale fino alla base dell’edificio, permettendo di osservare spazi come cortili o giardini sottostanti, senza intaccare le proprietà vicine.
A differenza delle vedute laterali o oblique, la veduta in appiombo offre una visuale diretta ed esclusiva del terreno sottostante.
Quando la veduta in appiombo può essere compromessa
Il diritto di veduta si applica quando una finestra, un balcone o un’apertura permettono di osservare uno spazio esterno. Alcune costruzioni, come pergole o pergotende, potrebbero infrangere questo diritto se ostacolano la visuale verticale.
Le principali situazioni in cui la veduta in appiombo può essere compromessa includono:
– Costruzioni abusive che limitano la visuale verso il basso.
– Pergole, pergotende, tettoie o altre strutture fisse o mobili che, posizionate su terrazzi, possono ostacolare la veduta per i piani superiori.
– Modifiche o ristrutturazioni che cambiano la condizione preesistente, impedendo la visuale verticale.
Il parere della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20287 del 23 giugno 2022, ha ribadito che la costruzione di strutture permanenti che ostacolino la veduta in appiombo costituisce una violazione del diritto di veduta, come stabilito dall’articolo 907 del Codice civile.
È essenziale che vengano rispettate le distanze minime per garantire la visuale verticale e il flusso di luce e aria necessari per il benessere e l’igiene degli edifici. Qualunque costruzione che interferisca con la veduta in appiombo costituisce una violazione dei diritti di proprietà, e in tali casi il proprietario può richiedere la rimozione dell’ostacolo o della struttura.
La giurisprudenza ha chiarito che la veduta verticale non può essere limitata da costruzioni che ostacolino tale diritto, salvo accordi diversi tra le parti coinvolte.
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