L’IMU su immobili in successione: come funziona?
Che cos’è l’IMU?
L’Imposta Municipale Propria, istituita durante la manovra Salva-Italia del 2011 sotto il governo Monti, è un tributo pagato ai Comuni dai possessori di immobili e beni patrimoniali in base alla loro localizzazione catastale.
Nel corso degli anni, l’IMU ha subito diverse modifiche, inclusa la sua fusione con la TASI. Tuttavia, quando un immobile viene ereditato dopo la morte del proprietario, sorge la questione del pagamento dell’IMU da parte degli eredi.
Gli eredi di una casa devono pagare l’IMU?
Secondo la normativa vigente, al momento del decesso del proprietario, gli eredi subentrano nei diritti e nei doveri del defunto, incluso l’obbligo di pagare l’imposta. Questo obbligo si estende dal momento della morte retroattivamente fino alla data di apertura della successione. Successivamente, gli eredi diventano direttamente responsabili per il pagamento dell’IMU, in base alle quote ereditate.
L’IMU è dovuta dai proprietari di immobili, aree fabbricabili, terreni e da titolari di diritti reali come usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi e superficie. Anche chi detiene la casa coniugale assegnata in caso di separazione legale è soggetto a questa imposta, purché l’abitazione sia di lusso.
Come calcolare l’IMU in caso di successione?
Per calcolare il suo importo dopo una successione, gli eredi devono prendere in considerazione le quote ereditate e applicare le aliquote e i moltiplicatori stabiliti dal Comune competente, utilizzando il Modello F24 per il versamento. È importante notare che gli eredi non sono ritenuti responsabili per le sanzioni eventualmente applicate per il mancato pagamento dell’IMU da parte del defunto.
In sintesi, l’IMU rappresenta un costo obbligatorio per gli eredi di immobili ereditati, sia per conto del defunto fino alla data del decesso, sia per conto proprio dal momento dell’apertura della successione, secondo le quote ricevute.
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